Valerio Massimo Visintin comincia a occuparsi di critica gastronomica nel '90 per Bar Giornale. E prosegue con una infinita collana di recensioni per il Corriere della Sera e per altre testate. È il critico mascherato, lo Zorro della gastronomia, chiamato da alcuni (con ammirazione o spregio?) il vate dei Navigli.
Negli ultimi 10 anni di attività Valerio Massimo Visentin, ha visitato e recensito più di 2500 ristoranti.
Nel frattempo, ha scritto due libri di narrativa: “Il mestiere del padre” (2011) e “L’ombra del cuoco” (2008). Ai quali si aggiungono due pubblicazioni sul mondo della ristorazione: “Osti sull’orlo di una crisi di nervi” (2013) e “Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi” (2016). Da questi testi è nato anche un lavoro teatrale. Visita i ristoranti soltanto in incognito, “strumento essenziale per valutarli nelle medesime condizioni di un qualsiasi cliente”.
Chef, camerieri e osti non conoscono il suo volto, perciò, nelle occasioni pubbliche, si veste da uomo nero. Ma in fin dei conti ammette: “Questa mascherata è un nodo al fazzoletto per ricordarmi sempre di non prendermi troppo sul serio”