La carriera di Enzo Vizzari come giornalista e critico gastronomico parte ufficialmente quando comincia a collaborare con molti quotidiani locali (tra i quali figurano Brescia Oggi ed Il Giornale di Brescia), in cui, utilizzando uno pseudonimo, terrà una rubrica gastronomica intitolata "Peccati di gola". In seguito, collaborerà con diversi giornali a tiratura nazionale tra cui il Corriere della Sera, L’Indipendente, Grand Gourmet e La Repubblica.
La sua collaborazione con la testata giornalistica "L'Espresso" comincia nel 1983 e continuerà per oltre 38 anni: Enzo Vizzari sarà vice curatore e critico enogastromico delle "Guide dell’Espresso", in particolare della "Guida dei Ristoranti d’Italia", della "Guida Vini d’Italia" e della "Guida Alberghi e Ristoranti d’Italia", fino al 2001, anno in cui diventerà direttore dell’"Area Guide" del gruppo editoriale.
"La regola che ho stabilito per i collaboratori delle Guide è di non presentarsi come tali. Se vanno in ristoranti dove sono conosciuti non devono prenotare a proprio nome. Diciamo che questo è molto importante, anche se non è determinante.
L’altra regola che ho stabilito è che lo stesso collaboratore o autore non deve andare nello stesso ristorante per due anni di seguito. Cambiare chi va a provare i ristoranti è importante. In un’ottica futura ci sono persone che hanno una grande conoscenza delle materie prime e sanno giudicare bene quello che trovano nel piatto. L’esperienza delle nuove leve di collaboratori spesso non è equiparabile a quella dei decani della guida; quindi, non sempre è possibile avere giudizi univoci sui ristoranti.
Come accade anche in altri campi, per arrivare ad avere una certa autorevolezza e attenzione da parte del pubblico, bisogna conquistarsi la fiducia. Questo vale per tutto, per l’enogastronomia, il cinema, la musica e così via. Quindi ci vogliono anni di lavoro e di attività."